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Descrizione del
progetto di ricerca
Essendo innegabile che la
zootecnia sia un settore economico strategico per la Regione Friuli Venezia
Giulia e che il reimpiego dei reflui zootecnici debba poter avvenire con
tecniche sostenibili dal punto di vista ambientale - verificata la sostenibilità
economica dell'intervento - ed essendoci negli ultimi tempi grandi aspettative
da parte delle aziende zootecniche per il processo della digestione anaerobica,
il progetto vuole contribuire a valutare le ricadute a livello aziendale
e a livello territoriale dell'inserimento di questa tecnologia tra le
linee di trattamento degli effluenti di allevamento, oltre che per il
recupero energetico, anche nell'ottica di garantire all'allevamento suinicolo
il raggiungimento di accettabili livelli di sostenibilità ambientale.
Partendo dall'analisi critica
del processo della digestione anaerobica nei suoi aspetti tecnologici
e funzionali, grazie anche alle competenze maturate dal proponente nel
settore (oltre quindici anni di attività sperimentali svolte in
collaborazione con l'ENEA), si propone di studiare una tecnologia innovativa
di processo anaerobico da applicare ai liquami suinicoli.
La tecnologia che si intende
sviluppare va ricondotta alla categoria dei digestori a letto fisso ed
in particolare ai digestori ibridi, reattori a flusso ascendente in cui
la parte superiore è occupata da materiale di riempimento, che
costituisce una sezione a letto fisso, mentre la parte inferiore è
libera e tende a comportarsi come un reattore UASB.
Questo tipo di reattore, in cui coesistono biomassa sospesa e biomassa
adesa, viene considerato sostanzialmente un reattore a biomassa sospesa,
sia perché il filtro ne rappresenta solo una parte e la biomassa
è per larga parte sospesa, sia perché l'abbattimento della
sostanza organica avviene in prevalenza nella zona inferiore ad opera
dei batteri in sospensione.
Le esperienze condotte da Guiot e coll. hanno permesso di evidenziare
il vantaggio dei digestori ibridi per la maggiore capacità di ritenzione
della biomassa e per la migliore uniformità di distribuzione nel
reattore e per la superiore attività acetoclastica specifica e
totale.
Reynolds e Colleran, poi, hanno dimostrato, in esperimenti condotti in
parallelo che i digestori ibridi risultano in grado di garantire una migliore
ritenzione di biomassa rispetto agli impianti a filtro up-flow e down-flow.
Anche prove condotte dal proponente la ricerca hanno evidenziato i punti
di forza dei reattori ibridi, essenzialmente riconducibili a:
- realizzazione di impianti
di minore volume, dato che in questa tipologia di digestori si può
operare, con i liquami suinicoli, con un tempo di ritenzione dell'ordine
di 10 giorni (volume utile pari a 10 volte la produzione giornaliera
di liquami), pressoché la metà del tempo di ritenzione
richiesto dagli impianti convenzionali;
- limitazione del fabbisogno
di energia per la termostatazione dell'impianto, data la minore superficie
disperdente di un digestore di volume dimezzato;
- miglioramento del rendimento
energetico: la maggiore presenza di biomassa batterica nel digestore
consente di aumentare la produzione specifica di biogas.
Lo sviluppo della tecnologia
dei digestori ibridi per la digestione di liquami suinicoli trova piena
giustificazione per le seguenti considerazioni:
- la tecnologia si presta
molto bene alla digestione di liquami a basso contenuto di sostanza
secca come i liquami suinicoli;
- le esperienze già
maturate anche dal proponente sui digestore ibridi in scala laboratorio
e mini-pilota (prevalentemente su liquami bovini dopo separazione liquido/solido)
consente di garantire il risultato anche su liquami suinicoli;
- non c'è stato
interesse per questa tecnologia perchè finora la digestione anaerobica
è stata considerata soprattutto in funzione energetica, realizzando
impianti con co-digestione di liquami zootecnici con altre biomasse:
in questo caso i digestori ibridi non sono applicabili.
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